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La diffusissima abitudine che più ci allontana dal benessere

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La diffusissima abitudine che più ci allontana dal benessere

  • Quale abitudine rende infelici?
  • Cosa fare per essere felici?
woman sitting on a couch looking at a smartphone

Secondo Arthur C. Brooks, professore all’Harvard Kennedy School nonché autore bestseller, la ricerca della felicità dovrebbe iniziare dal porci le domande giuste, che ci aiuteranno a trovare il senso della nostra vita.

woman sitting on a couch thinking

© Freepik / Racool_studio

Cos’è la felicità?

Questa potrebbe essere la migliore prima domanda che dovremmo porci, poiché da questa risposta si genereranno le aspettative circa ciò che potrebbe (dovrebbe?) renderci felici. Secondo il Prof. Brooks la felicità non dovrebbe essere intesa come un sentimento, uno stato psicofisico ma piuttosto come direzione da mantenere.

Muoversi nella giusta direzione, facendosi le giuste domande, ha il potere di farci sentire più soddisfatti ed in armonia con le nostre vere aspirazioni.

L’abitudine più nociva

Credere che qualunque cosa che “ci fa stare bene” sia funzionale alla nostra felicità è quindi un malinteso che va risolto. Nella vita moderna la ricerca di piacere assomiglia sempre di più alla ricerca di distrazione, quasi come se non fosse accettabile provare noia o emozioni anche solo leggermente negative.

In particolare sarebbe un’abitudine diffusissima, che riguarda praticamente tutti noi, ad allontanarci maggiormente dalla felicità: guardare lo schermo del nostro smartphone.

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Accetta la noia

Cercare costantemente uno stimolo, una distrazione, significa mantenere il cervello sotto una stimolazione costante, senza permettere a se stessi di accedere a quelle aree del cervello che permettono di rispondere a quelle domande circa il senso della vita e delle nostre aspirazioni profonde. Come potremmo capire cosa vogliamo se non dedichiamo un po’ di tempo a risolvere queste questioni fondamentali?

Non tutto ciò che ci fa sentire “male” è necessariamente negativo. Quando si va in palestra è necessario soffrire e fare sacrifici per ottenere il miglioramento agognato. Quando si vuole imparare qualcosa non si può non attraversare frustrazioni e difficoltà. Gli esempi potrebbero essere infiniti ma il senso che il professor Brooks esprime è significativo e merita una riflessione da parte di tutti.

Fonte: Harvard Kennedy School

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